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Storie di Esquilino

A Roma ogni strada ha qualcosa da raccontare.
Fin dalle sue origini, nell’VIII secolo a.C., il quartiere Esquilino ha vissuto continui cambiamenti. Da zona di sepoltura e discarica, nel I secolo d.C., durante l’impero di Augusto, si è trasformata in una zona elegante, con giardini e ville residenziali. Dopo un altro periodo di decadenza nel Medioevo e una nuova rinascita nel Seicento, con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, ha assunto l’aspetto regale che ha oggi, con portici e palazzi umbertini.

Negli anni ‘80 del Novecento, con l’espansione della Stazione Termini, il quartiere ha subito un altro grande cambiamento, diventando un vivace crocevia di culture e tradizioni intorno a Piazza Vittorio. L’apertura di negozi cinesi, botteghe di spezie indiane e minimarket bengalesi ha connotato la zona come simbolo di un vivace multiculturalismo. A questo si aggiunga una forte identità culturale definita dalla presenza dei teatri dell’Opera, dell’Ambra Jovinelli e del Brancaccio, nonché dell’ex Caserma Sani, ora sede del celebre Mercato dell’Esquilino e dell’Università La Sapienza.

Nel corso dei decenni le vie intorno la piazza si sono popolate di caffè, ristoranti e botteghe, divenuti luoghi emblematici della città. 
Oggi, l’Esquilino, con la sua ricca storia e continua trasformazione, non smette di sorprendere e affascinare, rimanendo un quartiere intriso di memoria e cultura, dove ogni bottega, ogni ristorante sa raccontare una storia secolare di Roma.
Pensiamo alle trattorie leggendarie, come “La Matriciana dal 1870”, un tempo centro di ritrovo di celebrità della lirica, del ballo e dell’arte; o agli hotel molto amati da reali, artisti e letterati, come il “Massimo D’Azeglio”, che ha ospitato personaggi illustri come Mascagni, Giolitti, Pasolini, Coppi.
Non dimentichiamo poi pasticcerie storiche, come “Regoli”, luogo simbolo della tradizione dolciaria romana e gelaterie come “Fassi”, la più antica della città. E tante altre sono le eccellenze enogastronomiche che puntellano i paraggi. 

Un posto particolarmente caro al quartiere e identificativo del suo stile è il forno di Pietro Roscioli. Arrivato a Roma dalle Marche negli anni ‘60, Pietro apre il suo panificio nel 1982 a piazza Vittorio, in una bottega dove si praticava l’arte della panificazione già dal 1870. Con il suo talento e la passione per l’arte bianca, Roscioli ha conquistato il cuore e il palato degli “esquilini”
Oggi, il forno Roscioli non è solo un luogo dove acquistare pane fragrante e irresistibili pizzette rosse, ma è anche simbolo di tradizione e qualità che si tramandano da tre generazioni.
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